Laboratorio di Drammaterapia , 20.04.11 |
Il "drama" procede dall'iniziale provocazione significativa ed il senso di quest'ultima è personale e collettivo in un gruppo di drammaterapia. Non è una risposta, ma piuttosto un quesito che nasce dal "perturbante" in noi, svegliato nella letargia di rigidi meccanismi di difesa. Ed in quanto quesito, è "azione" tesa a rappresentare quel "risveglio".
In questo risiede l'azione drammatica. Il processo drammaterapico è quindi uno scatolone che contiene e ricontiene le varie edizioni di un proprio In-Out e come un illusionista le tira fuori a stupire e meravigliare: la capacità di non essere eguali a se stessi, pur restando se stessi.
In bilico tra interprete e personaggio si svolge allora la silenziosa intervista all'anima.
Ancora una volta mi sono stupito, tutta la serata mi ha lasciato un senso di tristezza, non so perchè.Va bene. Rotolandomi in terra, quando incontravo l'altro,ero comodo, poi mi sono fermato, sul petto forse di dedalo e sentivo il suo cuore battere e sono ritornato indietro di 30 anni, quando un dottore con uno stetoscopio, mi ha fatto ascoltare il battito del cuore di mio figlio nel grembo della madre, e ricordo di aver provato un'emozione straordinaria.Solo questo valeva la serata, naturalmente senza tutti voi, non sarebbe accaduto, come è inprevedibile e magica la vita,quanto tutti siamo legati da un filo invisibile che ci unisce.Tutto questo è nascosto in un mondo che noi non conosciamo ma viviamo, a patto che vogliamo viverlo, aprendoci a tutto quello che ci circonda senza giudizi e pregiudizi,che meraviglia!E se la scatola fosse la nostra vita, e noi la teniamo chiusa,che vita è?Invece una scatola aperta comunica con gli altri le sue emozioni, i suoi pensieri e le sue paure,che possono svanire nella comunicazione forse perchè condivise, oppure riconosciute o accettate,come una parte di noi,per essere una serata triste è stata veramente positiva.Liberta
RispondiEliminaNon è affatto comodo muoversi senza l'aiuto delle braccia, strisciando e
RispondiEliminarotolando nel tentativo di... Di cosa? Nessuna direzione, nessuno scopo, nessun
obiettivo, solo un corpo che si muove comandato dalle sensazioni del momento,
senza porsi domande.
Situazione strana, sensazione di vuoto e rilassatezza, un po' disturbato dal
fatto di non dover dirigere nulla e di non usare le mie, abitualmente, capaci
mani. Però comincio in questo modo a "sentire" meglio. Il pavimento, il tappeto, gli altri; altri che come me fanno la stessa esperienza.
E pian piano la difficoltà passa in secondo piano, perchè mi sembra di far parte di un corpo unico, di cui tutti sono gli arti, che si muovono in modo casuale, accettando con naturalezza gli urti e gli schiacciamenti, e la sensazione è di benessere. Un benessere che continua quando ascolto la voce provenire dalla scatola, che parla di stili musicali, li colloca nel tempo, attribuendone i luoghi di origine, ed immagino le persone di quell'epoca.
L'America dei primi anni del xx secolo, i locali fumosi degli anni trenta, l'avvento del rock negli anni sessanta.
E un po' nostalgicamente penso a quelle persone che vivevano la musica a tutto tondo, lasciando permeare la propria vita dalle note fuoriuscite da gracchianti radio e preistorici giradischi, vedendo il domani con l'ingenuità di chi forse non comprende, ma spera in un futuro migliore.
E ancora una volta il filo di un rapporto che mi fa sentire l'altro nell'intimo; che collega il nostro interiore in un circuito che non ha più gli interruttori e i comandi di stereotipi e convenzioni, incastri e maschere, finzioni e luoghi comuni.
E Pulcinella è veramente "tosta" quanto Alice è divertente, sento la loro Anima senza filtri, ci concediamo con gioia, e gioisco di questo...
Nero