Il Teatro un giorno ti incontra per strada o nella semioscurità di una sala. Ti spoglia di quanto sapevi, senza farti restare nudo. Ti fa riconoscere dietro le tue maschere ed annulla la distanza da esse. Ti restituisce all'umiltà dell'ascolto. In questo luogo, sei invitato a darti quale sei, uno in più dei centomila personaggi già incontrati.

lunedì 2 maggio 2011

Drammaterapia, Il Pavimento delle Emozioni

Laboratorio Drammaterapia, 20 Aprile 2011

Il Pavimento delle Emozioni. Questa danza è il momento conclusivo del laboratorio. Quest’ultimo esplora il percorso dalla comunicazione animale sino all’intenzionalità consapevole dell’essere evoluto, atto cosciente, appunto una “danza”. Riepilogo simbolico che riassume filogenesi ed ontogenesi.In questa esperienza, il warm-up consiste nel proporre identificazioni, esasperando a tratti ruoli ed atteggiamenti. Nell’esempio del video, al microgruppo (tre persone) è suggerita l’attività del “ricordo”, sino al “rimpianto”. Successivamente, una tabula rasa dispone i soggetti a terra, luogo di origine, posto primitivo, con un contatto reciproco che sia casuale: una chemiotassi che preceda lo sviluppo dei sensi più affinati, di quelli che interverranno più tardi, quali l’udito e la vista. I partecipanti hanno gli occhi chiusi e l’unico orientamento è costituito dallo spazio intorno, libero od occupato.
Diversi milioni di anni e…l’invertebrato diviene “uomo”. Lo sviluppo dei suoi sensi e poi la coscienza costruiscono in parallelo una mente ed un’organizzazione sociale. Questo è quanto noi indichiamo con il termine di cultura. La cultura determina una differente selezione ed una diversa costruzione sociale, anche difforme da quanto suggeriscono gli istinti. Inizia una differente danza tra terra e cielo: la capacità del pensiero simbolico. “Danza” come rappresentazione della coscienza nel passaggio rituale dal biologico al mentale. Ponte tra le origini e lo sviluppo in atto, nel riassunto di identità diverse, non solo gruppo.

6 commenti:

  1. Dopo che le vostre "pance" hanno lavorato nell'esperienza, potete speculare sul senso delle prescrizioni e delle consegne. Oppure limitarvi a sgranocchiare noccioline e pop corn, con un notevole salto regressivo sulla strada evolutiva che da "primati" ed ominidi ci ha fatti occhio intelligente. Director

    RispondiElimina
  2. ....ancora una grande emozione vissuta insieme. E' bello rivedersi per riviverla. Sempre più grazie Director! - Pulcinella

    RispondiElimina
  3. E' stato piacevole ,per me,passare dallo stato primitivo allo stato evoluto perchè ho vissuto il primo come impotenza il secondo come un profondo stato di piacere..Alice

    RispondiElimina
  4. ...è il tipo di lavoro "dentro" (lo "In" del CDIOT) che si esprime quale condivisione e consapevolezza "fuori" degli altri, in questo caso (lo "Out")a dare segnale del processo drammaterapico. O servirebbe un Deus ex Machina ad intuire il "dove si è stati, dove si è e dove si sta andando" dei propri attori! Senza questa consapevolezza, che diviene "regia" e conduzione del gruppo, le performances diventano solo movimento e memoria, espressione e segno di conflitto o inibizione, ma non sviluppo ed evoluzione. Dunque, anche la piece drammaterapica può seguire questo destino. Per questo il regista fa lavorare dove ha conoscenza di quanto sta avvenendo. Con il Teatro delle Marionette è differente ed anche con le scenografie: sono solo nelle sue mani. Il secondo tempo delle nostre esperienze è importante quanto l'esperienza stessa. Credo se ne debba parlare con urgenza e serietà domani sera. Nel tuo caso (non isolato invero), invece credo che tu abbia perfettamente compreso, Pulcinella.

    RispondiElimina
  5. Guardo sempre con piacere le nostre performances, attori in fasce che si mostrano per quello che sono; inesperti e insicuri quanto genuini e capaci di portare in scena le proprie difficoltà, lasciando che l'esperienza attoriale faccia da apripista al cammino dell'inconscio in un'osmotico scambio di emozioni e sentimenti a volte sconosciuti, seminascosti, negati o dimenticati in qualche angolo remoto del nostro Io.
    Perchè l'animale primordiale che strisciava e sentiva con il contatto e il fiuto ha poi dovuto evolvere in un essere capace di organizzarsi in modo più complesso e "culturalmente" più completo, ma non per questo scevro da rischi, ansie e momenti di sconforto, per le inevitabili e a volte salutari cadute e regressioni.
    E allora ben venga il pavimento che ci riporta ad uno stato semiembrionale; e ben venga la musica che ci fa sentire il ritmo della vita; evviva la danza che accomuna gli animi e li rende partecipi di qualcosa che supera l'individuo per portarlo nella dimensione gruppale; ed ancora grazie all'"Attore" che si spoglia degli orpelli e dei fronzoli di quella crescita che lo ha avvantaggiato e penalizzato al contempo, per essere se stesso alla ricerca del suo "senso".
    Nero

    RispondiElimina
  6. Emozioni. Si l'emozione ci accompagna sin da quando iniziamo a vivere, è la compagna più importante e vitale del nostro essere.Il nostro esserci a volte è cosi complesso, perche sopraggiunge la chiusura a tutto quello che di magnifico e impagabile avviene. La difficoltà provata sul pavimento è stata forte, mi sentivo isolata, impacciata e disturbata, e tutto ciò che rappresentava comunicazione con l'altro, calore,e divenuto (mi sento strana).La musica, danza della vita è il massimo dell'elevazione, mi porta ad una crescita armoniosa dove tutto "è" comunicazione, gioia,incontro con l'altro riesce a darmi immagini colorate movimenti leggeri che ti portano oltre quale "sei tu"insinuandosi nel profondo a rovistare e cercare il bello che stà dentro che ti appartiene fino a trovare l'anima e quel benessere può anche essere solo latente, ma esiete.Come dice Libertà,facendomi emozionare ultimamente,dolore e gioia camminano insieme.Volevo scusarmi con voi, se nei giorni scorsi sono stata un " riccio "Ho negato l'emozione del dividere con voi. Non ho saputo dire a Pulcinella grazie per la grande emozione che mi ha suscitato il suo paradisiaco sogno.La condivisione di molte cose che scrive il nostro grande amico Nero(instancabile e bravo)grazie. Grazie al modo solare di essere di Alice. Astra, la grande donna, amica,il suo modo semplice e affettuoso di dire ci sono grazie, e grazie ancora a tutti voi.Perdonate il miele , ma oggi ho pensato,che la vita è come il giorno, nasce, muore,e poi rinasce,l'importante è trovarti viva ed essere contenta di esserlo, anche quando è complicato. Un grazie speciale al nostro grande Director, che ci insegna a sanare, migliorare il nostro percorso interiore sempre e comunque...Con affetto Beatrice

    RispondiElimina