Il Teatro un giorno ti incontra per strada o nella semioscurità di una sala. Ti spoglia di quanto sapevi, senza farti restare nudo. Ti fa riconoscere dietro le tue maschere ed annulla la distanza da esse. Ti restituisce all'umiltà dell'ascolto. In questo luogo, sei invitato a darti quale sei, uno in più dei centomila personaggi già incontrati.

sabato 11 giugno 2011

Dramatherapy, Consciousness vs. Awareness: how drama works


@ director
Gregory Bateson, nel libro “Mente e Natura”, si chiede: “Quale struttura connette il granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi? E tutti e sei con l’ameba da una parte e lo schizofrenico dall’altra?“ (Bateson, 1984). Ebbene questa è una domanda “magica” ed è quella che il "drama" è capace di esplorare. Nella ricerca del senso delle cose, appartenente alla Coscienza, esso ricostituisce il luogo primitivo del rimosso e del potenzialmente adattivo, declina realtà nascoste ed abilità (risorse) in dialogo con la parte cosciente, quasi sempre non consapevole di questo dialogo, proprio come avviene nel processo “artistico”.
L’apparato della Coscienza presiede alla conservazione di quella identità di cui è funzione e questo avviene con l’attribuzione di senso a quella ricostruzione simulatoria della realtà che lo circonda. Per ottenere questo, mette in atto costanti aggiustamenti delle proprie interpretazioni, ricorrendo a confrontazioni con processi di categorizzazione precedenti e ampliando la propria capacità organizzativa con i nuovi. Ove questo processo non riesca soddisfatto dalle analisi e meta analisi innescate dagli stimoli sulle precedenti esperienze, occorre una parziale od importante sospensione dello stato di Co ordinario, ed attivazione della funzione inconscia, forse il ritorno a quel luogo dell’obbedienza che ci suggerisce Jaynes. In essa, le caratteristiche di a-logicità del costrutto mentale, con sregolazione delle categorie mentali del tempo e dello spazio “danno rifugio” ad una ricerca di senso fuori fallita Haynes: “L’emisfero destro è più impegnato in compiti sintetici e spaziali.-costrtuttivi, mentre l’emisfero sinistro è più analitico e verbale. L’emisfero destro, forse come gli dei, vede un significato nelle parti solo all’interno di un contesto più ampio; esso guarda alla totalità. L’emisfero sinistro o dominante, come il lato umano della mente bicamerale, concentra invece la sua attenzioni sulle parti”.. Questa s’incontra a metà strada con la costante ricerca di senso compiuta dall’attività del nostro inconscio e dal rimosso, in una sognante pacificazione tra simbolico e reale –direbbe Lacan- nel primitivo “luogo della Ragione”.

7 commenti:

  1. Fino a quando ho potuto,sono fuggito dalla mia paura,con scuse varie,che mi permettevano di non vedere la realtà.Poi,non sono più potuto fuggire,più andavo incontro alla paura più aumentava,fortunatamente avevo un lasso di tempo non troppo lungo,che mi ha fatto accendere una lampadina,così vince la paura.Non sapendo cosa fare,ho creduto a quello che non vedo,le risorse,via i pensieri,faccio questo o quello,basta,il pensiero non mi portava da nessuna parte.Il vuoto,ecco che l'inconscio,come dice il Director,comincia a dialogare con la mente e arrivano per magia,comportamenti,risposte diverse dal passato,disegnando un'altro scenario,completamente diverso dalla paura,più andavo avanti nel parlare e meno mi rendevo conto di quello che dicevo,ma leggevo negli occhi dell'altro che non c'era più spazio per la sua finta forza.Oggi,ho una risorsa in più,questo è veramente magico e importante.Tirare fuori da un cilindro vuoto una risorsa,è come diventare un prestigiatore,ecco perchè parlo di magia,non la vedi ma è reale.Liberta

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  2. Se quanto hai sescritto è avvenuto esattamente così...c'è un germoglo che sta uscendo. E' prezioso. Comuoviti per esso. Nel prossimo tempo potresti ritrovarti a volte silenzioso, perchè il rumore dell'inconscio rapisce l'attenzione verso l'interno e sostituisce alla paura, l'accoglienza dell'altro, non la sostituzione ad esso. Così si diventa nella propria vita...apprendisti stregoni. Essi non hanno bisogno di testimonianze.

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  3. Ho saltato una "m"...e tu stai saltando il fosso...

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  4. Oggi il mio sguardo si posa sulle varie sfaccettature del mio modo di essere, di interpretare la vita, le riconosce, e pur cadendo a volte negli errori del passato, riesco spesso a prendere le distanze, senza frustrazione, solo prendendo atto che sto sbagliando... E cerco di migliorarmi... Nero

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  5. Non so se sto saltando il fosso,non so se sono apprendista stregone,o se lo diventerò mai,poco importa,l'importante è stato non perdermi nei miei pensieri e dare ascolto a qualcosa di non definito e credere in quello che dicevo e facevo.E' vero che non mi rendevo conto del mio parlare,ma è pure vero che ero io che parlavo.Se il germoglio è questo lo guardo con ammirazione e gioia,dandogli un benvenuto,rumoroso e silenzioso pronto ad ascoltarlo,guardarlo e ammirarlo,come tutte le cose che nascono.Liberta

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  6. Vi sono fiori ed animali in altre terre che non conosceremo mai e che nessuno ha mai conosciuto (se pensiamo che milgiaia di specie scompaiono senza essere state mai catalogate...). Esiste però un pensiero di gratitudine verso noi stessi così difficile da esercitare, quando ci alleiamo, per paura, con la "sfortuna".

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  7. Mi faccio forza leggendo ciò che avete scritto perchè siete riusciti a superare delle vostre difficoltà che quando si stanno vivendo sembrano montagne invalicabili invece percorrendo alcune strade la montagna,anche se con fatica,si oltrepassa....Anch'io,come Libertà,molto spesso vado incontro alla paura,l'accolgo con un abbraccio perchè nn ho la forza di scacciarla..ecco perchè tirare fuori le nostre risorse,che penso siano tante e grandi per andare oltre noi stessi e pensare che siamo in grado di migliorare la nostra vita.ALICE

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