Foto di scena di Cyborgs vs. Humans: Contamination. Atelier DramaticaMente per le Risorse 2011. Gennaio 20100 |
Grazie, Director.
Avevo visto il video e mi stavo ancora chiedendo come? cosa? Perdita dell'identita', sicuramente, ma c'era di piu' e mi sfuggiva. Ora vedo meglio.
L'omologazione per piacere e far piacere, per 'blend in' (non spiccare come individuo, ma invece perdersi nell'identita' del gruppo), per essere accettati; ma anche un'imposizione del modello in voga al momento, tanto che poi l'individuo diventa il manichino e la 'manichinita'' diventa normalita', umanita'...
Essere individui e' difficile, pesante. Jeans e maglietta e non hai piu' bisogno di presentarti come te stesso, di portare il peso della tua unicita', non hai bisogno di pensare, di chiederti cosa veramente ti piace, cosa veramente vuoi. E' deciso per te dal gruppo, dal marchio che hai deciso di rappresentare (che sia politico, di moda, religioso o altro).
Se poi non corrispondi al modello, allora sei tu che stick out like a sore thumb (ti fai notare per la tua incongruenza) e la tua differenza e' per definizione una qualita' negativa.
E' la paura del singolo, il bisogno di accettazione, ma e' anche la pressione del contesto, la paura globale del diverso, dell'individuale...
@ director
Si certamente quello che hai scritto ed altro nella elaborazione che il gruppo ha colto (vi è sempre un briefing a precedere il momento performativo ed una a seguirlo).
Esiste anche un tipo di "omologazione" (possiamo chiamarla così) che procede dalla confusione con l'oggetto di interazione (ciò con cui ci confrontiamo, che sia un interlocutore con i sui giudizi, le sue valutazioni, il suo credo) e poi noi stessi. Accettare di poter dubitare è fondamentale per l'individuo. Lo si apprende, anche amaramente, durante tutta la nostra esistenza, ma poi questo non significa che, occorrendo le situazioni di dubbio, si accetti veramente che possa avvenire. Se le cose stanno come ho appena descritto, è allora possibile che dal dubbio su quanto è davanti a noi, sulla nostra interpretazione dei fatti, quell'insidioso dilemma si rifletta pericolosamente verso di noi, cercando un'alleanza con le nostre parti insicure, fragili. Diventiamo quindi noi un grande punto interrogativo in bilico a non sapere più chi siamo, come siamo e cosa desideriamo. Facilmente, per questa strada si diventa "preda" dell'altro, che nella migliore delle ipotesi stava solo esprimendo un parere differente da noi. Ma si sa...l'appetito vien mangiando...ed è possibile che si giunga ad essere manipolati. In altre situazioni di confronto, quando l'interlocutore è invece un assodato manipolatore (ma non non lo sappiamo ancora), la tecnica è di insinuarci il dubbio che le cose non stiano proprio così, come noi pensiamo ed insieme giustificarci e poi...terzo passo, offrici una soluzione. Dunque commissionare un problema per darci la soluzione a quell'empasse. Molte sette, organizzazioni, gruppi persino terroristici adottano tecniche "persuasive", dove ad essere messo in scacco è prima il nostro giudizio sulla situazione e poi la nostra stessa persona. E chì è che non vuole essere scusato, aiutato e supportato, quando in crisi?!
Ecco perchè i Cyborg (nella metafora del video) diventano agli occhi degli umani improvvisamente umanizzati e, nell'equazione, quest'ultimi non potranno che dubitare di se stessi...se sta avvenendo tanto in quelli (quella che ho definito la "contaminazione").
Ad un certo punto del video, vi è la meraviglia delle due ragazze su questa evoluzione e capacità di comunicazione degli androidi, e questo le porta a mettere in atto un modello di accertamento che, paradossalmente, "desidera" che sia vero. Il processo al dubbio spesso conduce a confondersi con esso; fare la guerra ad una supposizione, cercare di smontarla, significa provocarla e familiarizzare con essa e quanto avviene nella sindrome di Stoccolma con il nostro persecutore, a causa dell'inconsapevole senso di colpa che ci unisce a lui, ora può avvenire nei confronti di una idea inizialmente rigettata: sì i Cyborg sono più "umani" di quanto si pensasse (ed effettivamente agli occhi delle ragazze essi appaiono terribilmente umani), in una sete di stupore che confonde e fa diventare loro stesse ed il costruttore un poco Cyborg! Così vanno, a volte, le cose...
scrive Liberta..
Altra serata divertente, assurda nel racconto, ma normale nello svolgersi, quando ci sei dentro rispondi ad un cyborg come se fosse un umano, questo è veramente folle. E' come parlare con una sedia, con un registratore incorporato, se ci pensi dici:"cosa sto facendo,con chi sto parlando?" Invece sembrava tutto normale, anzi, sorgevano i dubbi sugli umani ,quanto poco crediamo in noi, se una macchina riesce a insinuare il dubbio dentro. Non avevo mai percorso questa strada nel confronto con l'altro, è talmente normale la diatriba con l'altro che nemmeno ti accorgi che quello che conta non è la discussione, ma cercare di abbattere il nemico (in senso metaforico ovviamente).Cercare di uscire da questo schema è la scoperta di questa serata.Grazie a tutti voi e a te Director. Liberta
E' bello scoprire che il parlare e il pensiero non è una cosa reale, al contrario di noi che siamo una realtà.Che sciocco pensare che fino aieri un pensiero minava la mia persona.Certe volte nella nostra testa si crea un groviglio che ci porta lontano da noi, perdendo il contatto con noi e ci lasciamo condizionare dagli altri. Quindi si insinua il dubbio dentro e la discussione non ha più nessun valore, ma alla fine conta chi vince. Prendere coscienza che si può invertire la tendenza e non nutrire dubbi su noi stessi, ci può far stare fuori da questo gioco che noi molto spesso facciamo. Grazie ai cyborg, che mi hanno insinuato un dubbio e mi hanno dato modo di capire. Quella sera il tempo è volato e sono stata veramente bene.Astra
RispondiEliminaCiao a tutti ragazzi, volevo ringraziare gli amici del gruppo di mercoledi' che mi hanno fatto vivere una fantastica esperienza, al di la' della bravura dei singoli e della spontaneo procedere delle parti, e' stato davvero bello vedervi calati nel ruolo di cyborg. un abbraccio a tutti.
RispondiEliminaAlessandro