Storytelling in the Attic: Performance and Memories (2011)
by Creative Drama & In-Out Theatre,
directed by E. Gioacchini
Il Teatro un giorno ti incontra per strada o nella semioscurità di una sala. Ti spoglia di quanto sapevi, senza farti restare nudo. Ti fa riconoscere dietro le tue maschere ed annulla la distanza da esse. Ti restituisce all'umiltà dell'ascolto. In questo luogo, sei invitato a darti quale sei, uno in più dei centomila personaggi già incontrati.
lunedì 31 gennaio 2011
sabato 29 gennaio 2011
ALTRE VISIONI, performance di canto per voce nuda ed arpa bardica, di N. Maroccolo e C. Lauri
Il 3 febbraio a Roma (h. 20.30), il Creative Drama & In-Out Theatre, diretto dallo psicoterapeuta E. Gioacchini presenta una intensa performance di voce ed arpa, nel contesto di un seminario di Cinema-Drama Terapia, aperto a pubblico e professionisti del settore.
Perfomance di N. Maroccolo e C. Lauri alla Galleria d’Arte Moderna, intitolata a Giacomo Manzù, di Ardea, 8 ottobre 2010 |
Nina Maroccolo, insieme alla musicista Cristiana Lauri, moderne e delicate trovadore, seguendo l’intuizione e il bisogno di “Altre Visioni”, accompagnano, teatralizzano e cantano sul palcoscenico della cinema-drama terapia, fabulando in una singolare performance artistica. Attivando le emozioni del pubblico, concederanno ad esso lo specchio ideale in cui ritrovarsi.
lunedì 24 gennaio 2011
SE tu sei un poco umano, io allora sono un poco Cyborg!
Foto di scena di Cyborgs vs. Humans: Contamination. Atelier DramaticaMente per le Risorse 2011. Gennaio 20100 |
Grazie, Director.
Avevo visto il video e mi stavo ancora chiedendo come? cosa? Perdita dell'identita', sicuramente, ma c'era di piu' e mi sfuggiva. Ora vedo meglio.
L'omologazione per piacere e far piacere, per 'blend in' (non spiccare come individuo, ma invece perdersi nell'identita' del gruppo), per essere accettati; ma anche un'imposizione del modello in voga al momento, tanto che poi l'individuo diventa il manichino e la 'manichinita'' diventa normalita', umanita'...
Essere individui e' difficile, pesante. Jeans e maglietta e non hai piu' bisogno di presentarti come te stesso, di portare il peso della tua unicita', non hai bisogno di pensare, di chiederti cosa veramente ti piace, cosa veramente vuoi. E' deciso per te dal gruppo, dal marchio che hai deciso di rappresentare (che sia politico, di moda, religioso o altro).
Se poi non corrispondi al modello, allora sei tu che stick out like a sore thumb (ti fai notare per la tua incongruenza) e la tua differenza e' per definizione una qualita' negativa.
E' la paura del singolo, il bisogno di accettazione, ma e' anche la pressione del contesto, la paura globale del diverso, dell'individuale...
@ director
Si certamente quello che hai scritto ed altro nella elaborazione che il gruppo ha colto (vi è sempre un briefing a precedere il momento performativo ed una a seguirlo).
Esiste anche un tipo di "omologazione" (possiamo chiamarla così) che procede dalla confusione con l'oggetto di interazione (ciò con cui ci confrontiamo, che sia un interlocutore con i sui giudizi, le sue valutazioni, il suo credo) e poi noi stessi. Accettare di poter dubitare è fondamentale per l'individuo. Lo si apprende, anche amaramente, durante tutta la nostra esistenza, ma poi questo non significa che, occorrendo le situazioni di dubbio, si accetti veramente che possa avvenire. Se le cose stanno come ho appena descritto, è allora possibile che dal dubbio su quanto è davanti a noi, sulla nostra interpretazione dei fatti, quell'insidioso dilemma si rifletta pericolosamente verso di noi, cercando un'alleanza con le nostre parti insicure, fragili. Diventiamo quindi noi un grande punto interrogativo in bilico a non sapere più chi siamo, come siamo e cosa desideriamo. Facilmente, per questa strada si diventa "preda" dell'altro, che nella migliore delle ipotesi stava solo esprimendo un parere differente da noi. Ma si sa...l'appetito vien mangiando...ed è possibile che si giunga ad essere manipolati. In altre situazioni di confronto, quando l'interlocutore è invece un assodato manipolatore (ma non non lo sappiamo ancora), la tecnica è di insinuarci il dubbio che le cose non stiano proprio così, come noi pensiamo ed insieme giustificarci e poi...terzo passo, offrici una soluzione. Dunque commissionare un problema per darci la soluzione a quell'empasse. Molte sette, organizzazioni, gruppi persino terroristici adottano tecniche "persuasive", dove ad essere messo in scacco è prima il nostro giudizio sulla situazione e poi la nostra stessa persona. E chì è che non vuole essere scusato, aiutato e supportato, quando in crisi?!
Ecco perchè i Cyborg (nella metafora del video) diventano agli occhi degli umani improvvisamente umanizzati e, nell'equazione, quest'ultimi non potranno che dubitare di se stessi...se sta avvenendo tanto in quelli (quella che ho definito la "contaminazione").
Ad un certo punto del video, vi è la meraviglia delle due ragazze su questa evoluzione e capacità di comunicazione degli androidi, e questo le porta a mettere in atto un modello di accertamento che, paradossalmente, "desidera" che sia vero. Il processo al dubbio spesso conduce a confondersi con esso; fare la guerra ad una supposizione, cercare di smontarla, significa provocarla e familiarizzare con essa e quanto avviene nella sindrome di Stoccolma con il nostro persecutore, a causa dell'inconsapevole senso di colpa che ci unisce a lui, ora può avvenire nei confronti di una idea inizialmente rigettata: sì i Cyborg sono più "umani" di quanto si pensasse (ed effettivamente agli occhi delle ragazze essi appaiono terribilmente umani), in una sete di stupore che confonde e fa diventare loro stesse ed il costruttore un poco Cyborg! Così vanno, a volte, le cose...
scrive Liberta..
Altra serata divertente, assurda nel racconto, ma normale nello svolgersi, quando ci sei dentro rispondi ad un cyborg come se fosse un umano, questo è veramente folle. E' come parlare con una sedia, con un registratore incorporato, se ci pensi dici:"cosa sto facendo,con chi sto parlando?" Invece sembrava tutto normale, anzi, sorgevano i dubbi sugli umani ,quanto poco crediamo in noi, se una macchina riesce a insinuare il dubbio dentro. Non avevo mai percorso questa strada nel confronto con l'altro, è talmente normale la diatriba con l'altro che nemmeno ti accorgi che quello che conta non è la discussione, ma cercare di abbattere il nemico (in senso metaforico ovviamente).Cercare di uscire da questo schema è la scoperta di questa serata.Grazie a tutti voi e a te Director. Liberta
CINEMA-DRAMATERAPIA SEMINARIO: Una Camera a Guado nello Stagno
Roma, 3 febbraio 2011
L’ottica di una camera che riprende sopra e sotto la superficie del guado. Per metà Ranocchio e metà Principe, l’interprete-personaggio è condotto dentro la pellicola a rivisitare i propri gesti ed abiti, mentre continua a lavorare il processo dramma-terapico: cinema-dramaterapia.
Il Seminario sarà preceduto dalla Presentazione del Volume:
"Costruire lo Sguardo", di Plinio Perilli, Ed. Mancosu, Mi 2009
Performance Introduttiva di Nina Maroccolo
leggi il comunicato COMUNICATI STAMPA-NET
prenotati info.atelier@dramatherapy.it
Etichette:
Cinema-Drama Terapia
Ubicazione:
Roma, Italia
domenica 9 gennaio 2011
DramaticaMente Backstage, Cyborgs vs. Humans, Contamination
sabato 8 gennaio 2011
Cyborgs & Humans, sharing a tale.
Insieme & Identità |
Cyborgs vs. Humans, Contamination è la metafora dell'incertezza che finisce per far lievitare il dubbio fino allo switch della nostra identità nell'altra ed alla assunzione di quella al posto della nostra. Lecito dubitare, ma non troppo lecito arrivare a dubitare di se stessi confondendo l'oggetto del dubbio! Eh sì..che se quelli sono bravi ragazzi quasi quasi umani...si può rischiare che parte della nostra umanità se ne vada via ed in quei casi, quando contano più i nostri timori che l'esame della realtà, allora la proiezione delle paure diviene massiccia...e ci ritroviamo i cyborgs a danzare un veccho motivo dei Police, mentre noi imprigionati nel nostro pensiero paurosamente meccanico. Incapaci di accettare le proprie fragilità, ed abili a trasformarle invece in paure.
Dietro l'interpretazione surreale, quasi non-sense, di questa breve improvvisazione filmata, il senso profondo della tema dell'Identità.
giovedì 6 gennaio 2011
mercoledì 5 gennaio 2011
l'Atelier DramaticaMente al nastro di partenza: Safari nella Mente!
Una azione perfomativa di un attore del CDIOT, sotto la conduzione del director (dicembre 2010) |
Caro allievo,
con la tua iscrizione all’Atelier DramaticaMente Teatro, sei entrato a far parte di una community che si considera un laboratorio aperto all’incontro tra la “persona” e “teatro”, un percorso che elegge lo statuto drammaterapico a strumento di crescita e sviluppo della personalità. Se il suo uso più specifico appartiene al campo clinico, essa trova un fruttuoso campo di applicazione anche in quello formativo e per le risorse. La sponsorizzazione dell’Istituto Scuola Romana Rorschach che offre la sua prestigiosa sede per gli incontri e la consulenza alle attività che si svolgono nell’Atelier fornita dalla SIISCA (Società Italiana di Ipnosi Sperimentale, Clinica & Applicata) sono i referenti scientifici per il corso di Drammaterapia per le Risorse in partenza ed io, in veste di director della Scuola, insieme agli altri docenti e conduttori, sono a darti il mio cordiale benvenuto! Parte degli incontri avrà luogo presso lo spazio che ci è offerto da Video Ambiente, prestigiosa scuola d’arte, (come è vero!) che qui s’insegna musica, canto e la affascinante manipolazione di immagini e filmati, diretta da Antonio Pluchino.
Due parole all’origine del discorso sulla “dramma terapia” che portiamo avanti.
La SIISCA è una società scientifica rivolta a medici e psicologi ma che sin dal 1988 è impegnata nel campo della divulgazione scientifica al pubblico su tematiche relative alla psicologia in generale ed alla psicoterapia, come anche nell’ambito di un progetto più specifico di preparazione per i professionisti del settore, con convegni e stages professionali. A questo scopo nel 1999, alle soglie del nuovo millennio, ha creato una sua sezione satellite, Hypnosis2000, un organismo dedicato al dibattito con tutti coloro che non si trovano sul fronte dell’esercizio dell’arte sanitaria, psichiatrica o psicologica, quanto piuttosto a dovere valutare l’efficacia dei suoi interventi e ricerche e possono quindi associarsi al nostro organismo in veste di socio straordinario.
Nel 2002 è nata una nuova sister organisation della SIISCA, una sezione specifica denominata Hypnodrama.it, dove converge la riflessione di diversi studiosi afferenti da differenti campi delle scienze umane e positivistiche, che, attraverso un modello speculativo interdisciplinare, indagano i rapporti tra psicologia e arte, teatro e cultura. Ed è proprio in seno ad Hypnodrama.it al suo forum di discussione che è nata l’idea di un percorso che facesse proprie due cose a noi care: l’utilizzo del teatro e degli stati modificati di coscienza che esso sollecita ed, in generale, tutti gli strumenti propri del settore delle Arti-terapie, il movimento, la danza, la musica. Allora ecco che proprio la Drammaterapia è un ponte ideale d’incontro tra il soggetto e le sue parti oscure, dove risiedono risorse e conflitti, aspirazioni ed inibizioni.
L’Atelier di Drammaterapia, nato nel 2006 (Atelier LiberaMente), è al suo 6° corso; mentre nel 2009, nell’ambito della attività svolte dall’Atelier e su impulso del nucleo storico, è stato fondato il CDIOT (Creative Drama In-Ot Theatre), prima esperienza di “teatro drammaterapico” in Italia.
La drammaterapia, dicevamo, ben oltre costituirsi quale particolare setting terapeutico nei confronti della cura dei disturbi psicologici, è dunque ponte tra la forma d’arte specifica del teatro e la capacità di curare propria del “dramma”. Teatro della Spontaneità, Psicodramma, Sociodramma, Hypnodramma, Roleplay, sono tutte esperienze di una cultura psicologica e sociologica che appunto si è inspirata alla potenza del mezzo teatrale, ben riconosciuta nell’antichità come nel nostro tempo. Un gruppo di drammaterapia occupa uno spazio che è più vasto di quello scenico delle presenze degli attori e dei personaggi, ma che rimanda a possibilità di espressione nuove da evocare e far “giocare fuori”. Il ”dramma”, infatti, fornisce un mezzo e un luogo creativi in cui temporaneamente si possono superare i confini delle nostre realtà quotidiane e tutto questo aiuta la spontaneità e la scoperta di nuovi aspetti della libertà che possono ritrovare anche uno speciale contenitore per la nostra sensibilità personale.
Il “gioco” che gran parte ha nell’azione drammaterapica permette che noi giochiamo la nostra idea del mondo nel rapporti con l‘altro. Spolin, il fondatore dei “giochi del teatro”, come ancor prima Moreno, fondatore dello psicodramma, sottolineano come in tale forma di attività, il teatro, la stessa immaginazione diventi un potente motore per cambiare le realtà intorno a noi.
Il nostro “Atelier DramaticaMente Teatro 2011” , punta alle risorse dell’individuo, quelle evocabili, se si usano gli opportuni strumenti per “tirarle fuori” da quel magazzino formidabile che è il nostro inconscio e se vi sono le condizioni ideali. A noi, da oggi in poi, costruire questi elementi e farli lavorare. Un programma che non si realizza solo all’interno dei nostri appuntamenti mensili, ma continua durante il tempo in cui lo si lascia lavorare anche lontano dalla palestra o dal palcoscenico delle nostre esercitazioni.
Lo strumento che noi privilegiamo è quello del percorso attoriale, una esercitazione costante a provare fuori i personaggi nascosti che sono dentro, a dargli lo spazio per le prove, i tentativi, le selezioni, senza pregiudizio. Il vantaggio che si consegue è quello di ampliare il bagaglio adattivo a disposizione della persona e così a benefico di un più probabile successo. Proprio questo “miglioramento” della possibilità performativa nella vita dell’individuo ci restituisce il senso del termine “dramma terapia”. Il teatro che cura e si prende cura della persona che entra nel suo recinto privilegiato e sacro, perché capace di aprire un dialogo visibile ed invisibile; che sollecita le parti sane di ognuno, le fa lavorare nel gruppo e nel rispetto dello stesso, nelle sue metafore artistiche, che ti fa creatore attraverso il tuo “discorso” e quello degli altri, i compagni (il gruppo), il mondo.
L’Atelier possiede uno statuto didattico dedicato e che si svolge secondo esperienze già collaudate e validate nei moduli della scuola di pensiero della parte direttrice ed organizzatrice (SIISCA). Oggi è il primo incontro, ancora lontano da quella componente fondamentale del teatro che è lo spettatore. Ma solo apparentemente: ogni partecipante è insieme parte attrice e spettatrice di una incredibile e spesso silenziosa dinamica di pensieri ed emozioni che nascono nella dimensione gruppale, una condivisione della autenticità.
Ed allora, è al nastro di partenza di questo affascinante percorso che desidero, insieme a tutti i miei collaboratori e docenti e sostenitori che qui ringrazio, farti i miei migliori auguri per un piacevole e fruttuoso lavoro, che unisca la curiosità ed il sorriso, la riflessione e la scoperta.
"Buon Safari nella Mente!"
Director
Iscriviti a:
Post (Atom)