Il Teatro un giorno ti incontra per strada o nella semioscurità di una sala. Ti spoglia di quanto sapevi, senza farti restare nudo. Ti fa riconoscere dietro le tue maschere ed annulla la distanza da esse. Ti restituisce all'umiltà dell'ascolto. In questo luogo, sei invitato a darti quale sei, uno in più dei centomila personaggi già incontrati.

giovedì 7 aprile 2011

Drammaterapia, «Lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro»

" Ha da passa' 'a nuttata"

@ director
DramaticaMente...parlando, ieri c'è stato un bisticcio di parole, racconti, versioni dei fatti e confusione da parte di una "fantastica" famiglia in crisi d'identità, che non poteva non comportare un'analoga confusione, affastellamento e contraddittoria ressa di interpretazioni da parte dello psichiatra, della psichiatra e dell'assistente sociale, "fantastici" anche loro. La "simulata", scarna di dettagli precostituiti, costruita in intinere tra suggerimenti del director e veementi proposizioni degli interpreti, ha riprodotto nella rissa a terra della due sorelle (la madre a la di lei sorella), davanti agli occhi stupefatti dei due gemelli "affiatati" (figli della prima e nipoti della seconda, ovviamente), la confusa battaglia delle idee che lì albergava in tutti, ma che dico...aleggiava come un vento che non sa decidersi da dove soffiare e dove rivolgersi. Poderosa esibizione delle contraddizioni, magnifica denuncia dell'impotenza, ricca sorgente di molte ipotesi (nessuna certa), esemplare spettacolo di incoerenza, impulsività, perdita dei confini...Ilarità e stupore negli interpeti e in chi assisteva, ma poi...basta? No. Servirà fumettarla (in mancanza di un video). Serviranno foto dei personaggi e nuvolette piene di cose "insensate" e che tuttavia un senso hanno. Servirà che voi, qui, riferiate e raccontiate cosa diavolo vi passava per la testa...perchè, è vero, come dice il brano di Vasco finale, " Ha da passa' 'a nuttata", ma il vero problema è che noi tutti siamo nei guai con il "giorno" e quello è sempre troppo lungo per far fare il suo lavoro benedetto alla notte.
Dimenticavo, "lo zio camionista", si...insomma quello che fuma molto, ha poi deciso di portare con sè, durante qualche trasferta in camion (prestigiosa prescrizione dello psichiatra, tra le tante), solo un gemello alla volta, anche se sono "affiatati": più prudente far guarire la famiglia un poco alla volta...
Ho titolato queste righe con una frase da scritto inedito di Eduardo. Buon lavoro "attori".

9 commenti:

  1. Famiglia comune a tante famiglie, situazione come tante, battibecchi rimproveri,di tutti i giorni, cambiano le parole i soggetti le situazioni, ma c'è sempre qualcuno che reclama qualcosa che non prende dall'altro, c'è sempre un'ingiustizia c'è sempre qulcosa che non va nella vita. L'altro poi dice di non capire.Dov'è il punto di incontro? Forse nella relazione con un filo ipotetico, cercando di comunicare,ascoltando,non vomitando all'altro le proprie ragioni,(santo filo). All'inizio marito che non capisce la moglie, pensa che quel monologo vemente sia esagerato,poi ascoltandola sicuramente lei avrà le sue ragioni ma deve darmi la possibilità di parlare "il gesto della mano"non so da dove sia uscito ma c'è stato. Forse nella condizione di marito non conosciuta, non ci sono stati pensieri precostituiti e questo mi ha messo nella condizione di osservatore non giudicabile in una situazione neutra e da lì forse il gesto della mano.Tutti siamo disposti ad ascoltare ma non ad essere aggrediti, perchè l'aggressione non è una comunicazione ma una prevaricazione,quante cose in una sana lite! Grazie a questa numerosa e bella famiglia e al Director che inventa la vita con certe situazioni.Liberta

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  2. Nonostante i bisticci,il caos, quella situazione non ha creato disagio in me, ero spettatrice degli eventi.Ho voglia di fuggire invece, quando le due sorelle sono a terra,perchè la violenza mi crea questo stato d'animo.Leggendo lo scritto poi, una frase mi ha colpito,quanto è lungo il giono,gia,la notte passa sempre,come riposo liberatorio, per sottrarmi a certi giorni interminabili e pieni di conflitti, senza vitalità.Sarebbe bello se riuscissi ad accettare tutte queste contraddizioni, invece di cercare conferme e soluzioni.La vita è piena di situazioni incomprensibili e a volte anche più grandi di noi,dovremmo cercare di vivere con più legerezza.Astra

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  3. E’ ormai così da tempo.
    Mi capita di leggere le situazioni che vivo da un angolo di visuale diverso dal solito. Ciò che prima sembrava estremamente chiaro e inconfutabile, oggi assume contorni meno netti, e diventano occasioni di riflessione e autocritica, e viceversa quello che era nascosto e a volte incomprensibile, oggi comincia a mostrarsi timidamente, facendo capolino dietro le barriere in cui era trincerato.
    E così succede che nell’approccio con l’altro sento di poter essere più disponibile, più aperto al rischio di un “fallimento”, nella consapevolezza che tanto non ho niente da rischiare, perché la sofferenza è un prodotto della relazione, come la gioia e la condivisione e tutta quella serie di sentimenti che permeano la vita in comune. -Dalla vita di coppia al contesto sociale, passando attraverso le innumerevoli occasioni di intersezione tra le vite di tutti-
    E succede anche che messo nella condizione di vivere una situazione paradossale, in cui saltano i comuni canoni di “gestione” della relazione, vivo una difficoltà che non mi è consona. Salta fuori la difficoltà ad improvvisare, a vivere in modo libero l’evento che cade come una doccia fredda, e tutto questo è istruttivo come mille e più corsi di aggiornamento sul tema.
    Un improbabile staff di terapeuti, svizzeri per giunta, di fronte a una coppia in crisi perché lei non fuma ma il marito si, soprattutto dopo aver fatto l’amore, perché lei è estremamente attenta (troppo attenta?) mentre il marito non pensa a niente.
    Due figli poco cresciuti e uno zio camionista che in fondo in fondo è il più equilibrato, completano la cornice di un quadro tanto disordinato quanto istruttivo, istruttivo perché mi costringe a stare dalla parte di chi dovrebbe fornire una soluzione che non arriva, che non ho dentro, e non so dove cercarla.
    Un gioco surreale che allontana dalla realtà per comprenderla meglio, anzi per conoscersi di più.

    Nero

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  4. Perchè il filo bianco? non lo so sicuramente ho seguito un emozione un pensiero, e cosi ho potuto relazionarmi con tre persone diverse, ma tutte mi hanno dato emozioni, complicità, scoperta,un miscuglio di colori, poesia ,comunicazione, interpretazione.E' la magia, l'abbandono di te stessa verso l'altro, ci sono, voglio esserci con tutti i timori, paure,allegria, timidezza, incertezza.ma è importante dire ci sono, ho voglia di esperire tutto quello che questo contesto speciale mi dà.Attingo,imparo,mi diverto.Amici... il colore delle parole è un festa...Con affetto Beatrice

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  5. Danzare con un filo in mano,lasciarsi trasportare da una dolce musica,guardare l'altro negli occhi,percepire cosa vuole per poi donarglielo,non siamo soli, c'è l'altro.L'altro che vuole comunicare e che anche lui vuole dare.Sentirsi in sintonia,una sintonia che dura ma che a volte si interrompe per poi però ritrovarla.Non è importante solo quello che voglio io ma anche quello che vuole l'altro.In pochi minuti un susseguirsi di emozioni..paura,imbarazzo,sicurezza,amore,prepotenza,prevaricazione....siamo nel caos..ma di colpo ecco arrivare la leggerezza e ti senti felice, più sicura,in armonia con te stessa perchè hai capito un pò di più il senso della relazione.,Alice

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  6. Recitare un copione o improvvisarlo non è facile(eppure quanto siamo attori nella vita!),soprattutto quando ci si trova ad interpretare parti che magari non ti appartengono.Stai in mezzo alla scena,occhi che ti guardano e non sai cosa dire,hai paura di dire una cosa stupida,hai paura di essere giudicata,non sei attrice e non sai recitare....Che fare?Pensi,ma il tempo è poco devi parlare,devi dire qualcosa,il cuore batte e la voce trema ma devi parlare.Vorresti urlare ma non ne sei capace,vorresti uscire di scena,ma non puoi.Che ci faccio io qui....Le emozioni sono troppo forti,il cuore batte,l'ansia ti assale...piangere o farsi coraggio?Ti fai coraggio e tiri fuori qualcosa,giusta o sbagliata che sia,bella o brutta ma l'hai tirata fuori ed è un traguardo in più che hai raggiunto!Alice

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  7. Un caro saluto al "coniuge" del role-play, dalla sua isterica mogliettina. Con la richiesta che "fumi meno"!

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  8. @ Nero
    E’ ormai così da tempo.
    Mi capita di leggere le situazioni che vivo da un angolo di visuale diverso dal solito. Ciò che prima sembrava estremamente chiaro e inconfutabile, oggi assume contorni meno netti, e diventano occasioni di riflessione e autocritica, e viceversa quello che era nascosto e a volte incomprensibile, oggi comincia a mostrarsi timidamente, facendo capolino dietro le barriere in cui era trincerato.
    E così succede che nell’approccio con l’altro sento di poter essere più disponibile, più aperto al rischio di un “fallimento”, nella consapevolezza che tanto non ho niente da rischiare, perché la sofferenza è un prodotto della relazione, come la gioia e la condivisione e tutta quella serie di sentimenti che permeano la vita in comune. -Dalla vita di coppia al contesto sociale, passando attraverso le innumerevoli occasioni di intersezione tra le vite di tutti-
    E succede anche che messo nella condizione di vivere una situazione paradossale, in cui saltano i comuni canoni di “gestione” della relazione, vivo una difficoltà che non mi è consona. Salta fuori la difficoltà ad improvvisare, a vivere in modo libero l’evento che cade come una doccia fredda, e tutto questo è istruttivo come mille e più corsi di aggiornamento sul tema.
    Un improbabile staff di terapeuti, svizzeri per giunta, di fronte a una coppia in crisi perché lei non fuma ma il marito si, soprattutto dopo aver fatto l’amore, perché lei è estremamente attenta (troppo attenta?) mentre il marito non pensa a niente.
    Due figli poco cresciuti e uno zio camionista che in fondo in fondo è il più equilibrato, completano la cornice di un quadro tanto disordinato quanto istruttivo, istruttivo perché mi costringe a stare dalla parte di chi dovrebbe fornire una soluzione che non arriva, che non ho dentro, e non so dove cercarla.
    Un gioco surreale che allontana dalla realtà per comprenderla meglio, anzi per conoscersi di più.

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  9. @ Jolie
    ...è proprio vero...quello che abbiamo dentro è proprio un mondo infinito..(invisibile)..e le emozioni sono "dentro"..dietro una porta,ed aspettano solo che qualcosa(qualche evento)o qualcuno,la "apra",per venire fuori!Ed i fili con cui teniamo la nostra vita,non siamo nemmeno coscienti di averli in mano....Che evoluzione che può avere il nostro IO,prendendo coscienza delle possibilita'(e varianti)che abbiamo dentro di noi, essendo sempre diversi seppur sempre fedeli a noi stessi.CHE LABORATORIIOOOOO!!GGRRAZZIE!! jolie.

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